La censura atlantista colpisce ancora una volta.

L’utilizzo della formula “democrazia incompiuta” per descrivere l’ordinamento istituzionale italiano, è una sorta di eufemismo per non ammettere la sudditanza pressoché totale dello Stato italiano, nei confronti del padrone anglo-statunitense.

Il ricorso alla censura per bloccare la diffusione di contenuti ritenuti scomodi od ostili alla propaganda della NATO, cristallizza il sistema di dominio coloniale al quale siamo soggetti.

Ancora una volta, dopo il rifiuto del Comune di Modena a concedere una sala civica all’Associazione Culturale Russia Emilia-Romagna per presentare la mostra sulla ricostruzione di Mariupol, assistiamo all’ennesimo vergognoso atto di censura, questa volta perpetrato dal Comune di Bologna, il quale per mezzo di posta elettronica (il giorno stesso dell’iniziativa) blocca la proiezione del documentario “Donbass ieri, oggi e domani” presentato da Vincenzo Lorusso, presso il Centro Sociale “La Pace” di Via del Pratello, il quale ha ospitato l’iniziativa della sezione bolognese della nostra Associazione.

Le motivazioni addotte dal solerte “presidente di quartiere”, sarebbero riconducibili al “provvedimento dell’AGCOM (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), che il 4 giugno scorso, anche a seguito di una segnalazione inoltrata dal Ministero degli affari esteri, avrebbe chiesto alle piattaforme di condivisione di video YouTube e X (ex Twitter), la rimozione del suddetto documentario, prodotto dal canale televisivo Russia Today e accessibile dall’Italia” .

Nello specifico cosa si afferma?

Che il documentario “ricostruisca quanto accaduto in Donbass negli ultimi 10 anni senza alcuna disamina o riproposizione di posizione diverse, descrivendo la popolazione ucraina come composta da feroci nazisti che vogliono sterminare il loro stesso popolo con la complicità di NATO, USA e Unione Europea, indicati come i veri mandanti delle stragi e autori del colpo di stato del 2014”.

Cosa s’intende per “posizioni diverse”? La versione propagandata dai media controllati dall’Unione Europea e nella NATO? Quella che viene trasversalmente imposta dai media dominanti giornalmente dal 24 Febbraio 2022? I fatti hanno la testa dura e le menzogne hanno le gambe corte. Il governo guidato dal legittimo presidente Viktor Yanukovich, democraticamente eletto nel 2010, dopo essersi astenuto dal firmare l’accordo di associazione che vincolava l’Ucraina all’Unione Europea (novembre 2013), è stato letteralmente spodestato da un golpe militare realizzato da minoranze politiche riconducibili al neofascismo ucraino, risorto “magicamente” nel 1991 dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica. Tali formazioni, godendo del sostegno incondizionato degli USA (ricordiamo i famosi biscottini donati dal diplomatico statunitense Victoria Nuland ai teppisti fascisti sulla piazza Maidan), hanno realizzato un sistema dittatoriale che ha messo fuori-legge tutti i partiti di opposizione considerati filorussi, perseguita e reprime intellettuali, giornalisti e semplici cittadini che non condividono il “nuovo corso “. Si tratta degli eredi politici dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN), la quale tenne almeno un congresso (27 agosto 1939) a Roma, godendo della protezione del Regime fascista, il quale ospitava Aleksandr Bandera, fratello dei criminale Stephan Bandera, ed altri esponenti pronti ad emulare la “Rivoluzione in camicia nera” nel proprio paese d’origine. L’occasione non tardò ad arrivare, con l’ingresso delle truppe naziste nel territorio dell’URSS, i banderisti s’affrettarono a dichiarare l’indipendenza del Paese, ma dal punto di vista politico non ottennero nulla, se non la possibilità di fornire manovalanza alle Waffen SS, compiendo atti di crudeltà nei confronti della popolazione locale e delle minoranze etniche, tra cui i cittadini ebrei sovietici (Ricordiamo il massacro di Babij Jar – 100-150 mila vittime o il pogrom de Ghetto di Leopoli). Con l’avanzata dell’Armata Rossa e l’inevitabile arretramento degli eserciti dell’Asse, tra i quali si annoverano le SS Galizien e l’UPA (Esercito Insurrezionale Ucraino), i progetti degli imperialisti anglo-statunitensi prendono corpo e, al termine del conflitto, coloro che collaborarono con il Terzo Reich, in parte detenuti nel Campo di prigionia a Miramare (Rimini), vennero fatti transitare in Gran Bretagna e in buona parte oltre-oceano. Godendo della protezione dei cosiddetti alleati, desiderosi di utilizzare i nazionalisti ucraini nella nuova crociata antisovietica, vennero impiegati in operazioni coperte (spesso fallimentari) nel territorio dell’URSS. Terminata la “guerra fredda” con lo scioglimento del Patto di Varsavia (1989) ,dell’Unione Sovietica (1991) e ottenuta l’indipendenza, nella neonata Repubblica Ucraina i rigurgiti nazionalisti ricomparvero con il ritorno dei reduci e rispettive famiglie in patria e con la progressiva infiltrazione delle fondazioni occidentali, gettando le premesse per la realizzazione del golpe del 2014. L’Ucraina, lungi dall’essere un paese ostile alla Federazione Russa, nel nuovo scenario post-sovietico, come garanzia per la propria indipendenza, restituiva l’arsenale nucleare ereditato dall’URSS alla Russia, mantenendo lo status di Paese neutrale. Ma la NATO, nella propria avanzata verso est, inglobando progressivamente tutti i paesi ex-socialisti, ha semplicemente forzato l’equilibrio politico esistente a Kiev, riportando al potere gli etno-nazionalisti formati ideologicamente sugli scritti di Dmytro Dontsov (padre del Nazionalismo integrale ucraino). Nella ex-repubblica sovietica, buona parte della popolazione, soprattutto quella sud-orientale (da Odessa a Kharkov) non ha accettato questo “ritorno al passato”, che successivamente si è palesato nei massacri compiuti dai nazisti alla Casa dei Sindacati di Odessa e nei territori di Lugansk e Donetsk, opponendo resistenza attiva, così come fecero i Partigiani sovietici nella Gloriosa Guerra Patriottica.

Dal 2014 al 2022, con l’acronimo ATO (Operazione Anti-Terroristica), la giunta golpista di Kiev ha compiuto crimini nei confronti della popolazione civile secondi solo a quelli dell’Operazione Barbarossa. Oltre 10 mila cittadini del Donbass sono stati trucidati dall’esercito ucraino e in particolare dai Battaglioni Nazisti come il famigerato “Azov”. Il film “Donbass ieri, oggi e domani” documenta la barbarie compiuta da queste formazioni sui civili delle due Repubbliche oggi territorio della Federazione Russa. Questa è la disamina non gradita ai politici italiani proni al dominio anglo-statunitense, compreso il Comune di Bologna!

Com’è possibile accusare di “incitamento all’odio razziale”, un documentario che presenta i dati raccolti sul campo, le prove evidenti dei crimini di una giunta golpista su una popolazione che ha difeso la propria esistenza, perché contraria ad una dittatura simile a quella di Pinochet e dei colonnelli argentini? Dove sono finiti i diritti delle minoranze etno-linguistiche sanciti nella Risoluzione 47135 del 18 dicembre 1992 approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite?

La politica dei doppi-standard, in base al quale si considera illegittima l’Operazione Militare Speciale (SVO) del 24 febbraio 2022 e si conferisce legittimità l’aggressione militare Statunitense contro la Repubblica di Jugoslavia del 1999, non più ha ragione d’esistere. E l’Unione Europea, lungi dall’essere quel meraviglioso giardino circondato da una giungla planetaria, come descritto da Joseph Borrell, è un modello reazionario neoliberista gravemente malato ed estremamente infettivo.