Da qualche mese a questa parte, a causa del conflitto in Ucraina, gli Stati Uniti d’America stanno imponendo sanzioni economiche alla Russia. Ma in che modo queste penalità stanno influendo sull’economia dei paesi europei? Il vicepresidente degli USA, Joe Biden, durante un discorso tenutosi ad Harvard, ha ammesso che Washington avrebbe “suggerito” (per dirla gentilmente) a Bruxelles, di imporre a sua volta le sanzioni. Biden, definito dal Congresso “uomo senza filtri, si è lasciato scappare, inoltre, che vari paesi arabi sosterrebbero e finanzierebbero l’ISIS.
Federica Mogherini, intanto, dichiara che la questione sanzioni è ancora aperta, ma appare chiaro, ormai, che la gaffe di Biden abbia portato allo scoperto la vera intenzione degli Stati Uniti, ovvero, imporre il suo volere all’Europa, che sta mettendo in primo piano i conflitti ideologici e strategici a scapito dei proprio valori, e facendo sì che la Russia si trovi nuovi partner strategici, lasciando così da parte un’Europa sempre più “americanizzata”, e attuando l’embargo verso vari dei nostri prodotti alimentari. In questo contesto si colloca l’Italia, da sempre uno dei maggiori partner della Russia in vari settori: dall’agroalimentare al settore della moda, e per la quale i primi effetti dell’embargo si stanno facendo sentire in maniera piuttosto preoccupante.
Le esportazioni italiane in Russia valgono circa 1 miliardo di euro, e i settori più a rischio sono quello caseario (in particolar modo il Parmigiano Reggiano), quello cerealicolo, e il campo della moda, settore in cui l’Italia ha esportato soltanto l’anno scorso beni per 935 milioni di euro, piazzandosi seconda solo dietro la Cina e quinta come paese fornitore di beni. Per entrare nel vivo della situazione italiana, regioni come Veneto ed Emilia Romagna stanno già subendo i primi effetti dell’embargo: solo Reggio Emilia esporta prodotti agroalimentari per 600 milioni di euro, dei quali, 50 mila quintali sono pere, e oltre 1 milione forme di parmigiano reggiano. Stesso problema in Veneto, dove i 100 milioni di danni hanno costretto Mara Bizzotto, europarlamentare e vice segretario della Lega Nord, a presentare richiesta per un piano di sostegno per tutti quei settori colpiti dall’embargo russo.
Per concludere, appare lampante, che a fare le spese di questo pericoloso gioco col fuoco, tra l’Europa e la Russia, sarà la prima. Putin, infatti, non sta certamente fermo a guardare: se l’Europa si è mossa in un senso, lui ha già provveduto a difendersi stringendo legami con altri paesi, come Argentina, Turchia, Egitto, relegando l’UE in secondo piano, non solo per quanto riguarda le relazioni con la Russia, ma mettendo a rischio anche quelle mondiali.