Il 2 Maggio 2014 a Odessa, nel cuore dell’Europa, si compiva uno dei crimini più efferati dalla conclusione del secondo conflitto mondiale. Nella storica città dell’impero russo, oggi temporaneamente occupata dalla giunta golpista installatasi a Kiev, centinaia di nazionalisti ucraini, molti dei quali confluiti da altre città del Paese, sono stati artefici, così come i macellai dell’UPA* negli anni 40, di un vero e proprio massacro. A piazza Kulikovo, nei pressi della Casa dei Sindacati, il presidio dell’opposizione politica e civile, veniva barbaramente assaltato dagli squadristi banderisti ed i manifestanti anti-maidan costretti a rifugiarsi nell’edificio antistante. Con la complicità delle autorità locali e dei traditori delle forze dell’ordine, l’area veniva completamente isolata, impedendo l’afflusso di rinforzi a difesa dei resistenti e dei mezzi di soccorso. Appiccato il fuoco alla struttura ed interrotta la corrente elettrica, prendevano il via le esecuzioni sommarie e le aggressioni fisiche nei confronti degli oppositori. Chi non moriva intossicato o arso vivo, veniva liquidato o barbaramente torturato, come accaduto al giovane leninista Vadim Papura, martire della lotta antimperialista, eroe del popolo russo.
Solo la testimonianza dei sopravvissuti (tra i quali spicca l’infaticabile Olga Ignatieva), la diffusione attraverso i canali dell’informazione libera e l’attività delle Associazioni come la nostra, ha impedito l’occultamento del crimine ad opera dei Mass media occidentali controllati dalla Nato.
Nella speranza che tutti gli esecutori ed i mandanti vengano assicurati alla giustizia, l’impegno dell’Associazione Culturale Russia Emilia Romagna a tutela della memoria e della verità storica, proseguirà senza fine.
Luca Rossi
Presidente Associazione Culturale Russia Emilia Romagna