Con le sanzioni alla Russia l’Unione Europea e la Svizzera rischiano nel “peggiore degli scenari” due milioni di posti di lavoro e circa 100 miliardi di euro in valore aggiunto nell’export di beni e servizi. E’ quanto emerge da uno studio condotto dal Wifo (Osterreichisches Institutfur Wirtschaftsforschung, Istituto austriaco per la ricerca economica) e rilanciato da un gruppo di giornali europei (in Italia ‘La Repubblica’).
Nella sola Italia, secondo le stime del Wifo, sono in gioco nel breve periodo (primo trimestre di quest’ anno) 80mila posti di lavoro e quattro miliardi e 140 milioni di euro in valore aggiunto creato dall’export, mentre nel lungo periodo il calo di occupazione sarà di 215mila posti di lavoro e quello del valore aggiunto della produzione di 11 miliardi e 815 milioni di euro.
Secondo lo studio, se le condizioni generali del ciclo economico e l’andamento delle esportazioni verso la Russia non dovessero mutare rispetto al primo trimestre di quest’ anno, la crisi potrebbe costare in termini di produttività a medio termine solo per la Germania qualcosa di più di un punto di Pil, il danno più pesante fra tutte le economie considerate.
Ma subito dopo si piazzerebbe l’Italia con la perdita di più di 200.000 posti di lavoro e un calo della produttività dello 0,9 per cento. Mentre, in Francia, i posti di lavoro perduti sarebbero 150.000 e la riduzione della produttività dello 0,5%.